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martedì 19 maggio 2009

Editoria in crisi, pubblicità anche

La crisi che sta colpendo l’economia mondiale sta creando sempre più problemi a un settore, quello dell’editoria, che già di suo non sta attraversando un periodo facile. Il punto che viene colpito maggiormente è proprio la principale fonte di sostentamento delle pubblicazioni, ovvero la pubblicità. Dal gennaio 2008 al gennaio 2009, secondo i dati diffusi da Fcp (Federazione concessionarie di pubblicità), il fatturato è sceso del 25 percento e gli spazi pubblicitari del 15.

Scarica qui i numeri sul fatturato della stampa in formato xls: gennaio 2008-gennaio2009

(Fonte: giornalismoedemocrazia)

Il Sole 24 ore

Tra i quotidiani pubblicati nel nostro paese, Il Sole 24 ore è il terzo, tra i giornali di informazione, per numero di vendite. Lo troviamo invece al primo posto tra i quotidiani economico-finanziari. Il suo pubblico è infatti composto da tutti gli addetti ai lavori in materia di economia, finanza, impresa e investimenti. La sua versione online presenta le seguenti caratteristiche:

  • la sua home è molto all’inglese, con poche immagini;
  • gli articoli sono in prevalenza prelevati dalla versione cartacea;
  • l’aggiornamento non è costante (circa quattro volte al giorno);
  • offre servizi "one to one" a pagamento per avere aggiornamenti costanti sui temi richiesti;
  • ha un ticker sul quale scorrono le ultime notizie dell’agenzia di stampa di proprietà del gruppo editoriale al quale appartiene (Radiocor);
  • offre la possibilità di connettersi ad una radio (Radio24), anch’essa appartenente al gruppo editoriale cui fa capo;
  • c’è un link a Italianews, sito d’informazione che, grazie a un programma specifico, seleziona le notizie d’interesse nazionale più lette tra i quotidiani appartenenti al consorzio (Quotidiano Nazionale, Il Resto del Carlino, La Nazione, Il Giorno, L'Unione Sarda, Il Secolo XIX e Il Tempo).

L'Huffington post e il fondo per il giornalismo investigativo

Sarà per questa propensione a colmare i vuoti di un’informazione stagnante, che l’Huffington Post, nato nel 2005 come blog e oggi annoverato tra i più noti giornali online, con 20 milioni di utenti unici mensili, non risente degli effetti della crisi che sta mettendo a dura prova l’industria dei giornali.
Infatti, nel presentare la nascita del Fondo per il Giornalismo investigativo, la direttrice Arianna Huffington spiega molto bene come una delle preoccupazioni più forti per il settore è la possibile scomparsa del giornalismo d’inchiesta, dovuta ai drastici tagli delle redazioni. Mai come adesso, però, diventa indispensabile preservare il buon giornalismo che ha sempre giocato un ruolo fondamentale per la nostra democrazia.
Nasce così l’Huffington Post Investigative Fund: 1,75 milioni di dollari a sostegno di reporter e freelance, ma anche giornalisti licenziati o costretti al prepensionamento, che hanno ancora le loro storie da proporre. L’iniziativa vede la collaborazione di The Atlantic Philanthropies, il Centro per il Giornalismo investigativo della Columbia University e Jay Rosen, professore alla New York University, con cui Arianna Huffington lanciò OfftheBus, un esperimento di giornalismo partecipativo per seguire l’ultima la campagna elettorale Usa.“I pezzi sviluppati dal Fondo” prosegue Arianna Huffington ”copriranno l’intero arco dalle inchieste approfondite a brevi notizie di immediata attualità e saranno presentati con diversi media, compresi testi, audio e video. E, nello spirito open source del web, tutti i contenuti prodotti dal Fondo saranno a disposizione di chiunque voglia pubblicarli”. Quindi, nessun marchio di esclusiva, ma un servizio a favore della colletività.

La notizia è del 31 marzo scorso, ma credo sia di attuale interesse.
(Fonte: Penne digitali)

A scuola dal NY Times

Gli USA, come in molti ambiti, fanno scuola anche in materia di internet e giornalismo online. Se tra i siti dei governi mondiali quello della White House rappresenta il modello cui aspirare, tra i siti dei giornali online è quello del NY Times ad essere da esempio per i seguenti motivi:

  • La sua home page è chiara, semplice, ordinata e quindi di facile lettura;

  • Gli articoli sono creati da appositi giornalisti solo per il sito (questo avviene grazie ad una redazione che si occupa soltanto degli articoli per il web), non sono scopiazzati dalla versiona cartacea o copiati e incollati dai siti delle agenzie di stampa;

  • L’ipertesto è utilizzato molto e in maniera intelligente: fornisce tutti i dettagli e gli approfondimenti che il lettore possa desiderare facendolo così rimanere nel sito a lungo senza farlo scappare in ricerca di maggiori dettagli;

Il raggiungimento di tali risultati è dovuto anche per il fatto che gli Sati Uniti sono un paese in cui la concorrenza è spietata in ogni campo e anche in quello dell’informazione, se non si riesce ad offrire un prodotto di qualità e al passo con i tempi, o si arranca, o si soccombe.